Segue da quest’articolo, “Una serenata per i boschi“.
Ed eccoci, finalmente, a un vero inedito offertoci dal Consortium Classicum, dopo svariate ore di trascrizioni apocrife e frugamenti nelle appendici del Köchel: tre frammenti per ottetto di fiati che lo stesso catalogo si premura di presentarci nella sua sezione principale. Parliamo della Marcia KV 384b, della Chaconne KV 384B e del Minuetto KV 384c: non è più neppure il caso che vi si dica di stare attenti alle sigle, tanto (se siete mozartiani de fero) ci siete abituati.
Se aggiungiamo che KV 384a è in realtà il numero nuovo attribuito alla Serenata per fiati in do minore KV 388, si capisce bene che i tre pezzettini suddetti sono stati avvicinati a un gigante e datati alla fine di luglio 1782, per l’appunto l’epoca in cui fu composto quel tenebroso capolavoro. Forse, azzarda il catalogatore, si tratta di abbozzi che poi sono stati scartati in favore dei movimenti definitivi delle Serenate KV 388 e 375.
Non ci crederete, ma solo i primi 8 secondi (videlicet le prime 4 battute) sono di Mozart. Il resto è stato completato da Eberhard Buschmann. Va un po’ meglio (nel senso che almeno nel prossimo caso abbiamo 18 battute autografe bell’e pronte) con il KV 384B, accostato da Alfred Einstein al KV 388, forse perché è di gran lunga il pezzo migliore dei tre:
Chiudiamo in allegrezza con il KV 384c, altre 16 battute che sono state accostate, loro malgrado, ai modesti divertimenti App. C 17.01 e 17.02. Tuttavia, l’organico e la tonalità (si bemolle) sono gli stessi della marcia precedente. Il dilemma è aperto:
A completamento del 6° CD, dopo il simpatico intermezzo finalmente autentico, abbiamo un nonetto ricavato dal magico Quartetto in mi bemolle KV 428, che il clarinettista Johann Simon Hermstedt doveva aver ritenuto adattissimo agli strumenti a fiato. Ecco cos’è uscito fuori: