Per prima cosa vi allego questo campioncino qui:
È la pagina, o meglio il punto esatto (la doppia barra, ndr) in cui finisce il contributo musicale di Salieri e comincia quello di Mozart, la cui parte dura 36 battute. Il testo, intitolato “Lascia la greggia, o Fillide”, denota fin dall’incipit uno stile smaccatamente arcaico, come si può dedurre anche solo da questa piccola citazione: è possibile che qui Da Ponte abbia anche parodizzato i tratti metastasiani, che in ogni caso abbondano nei suoi libretti destinati alle opere di Mozart. “Lascia la greggia, o Fillide” constava sì di 30 strofe, ma pare ne siano state musicate solo quattro. Pare perché c’è già chi ipotizza, come questo sito, che la riduzione per canto e basso continuo che ci è pervenuta sia solo una parte della composizione pubblicizzata dai giornali viennesi (“Möglicherweise bildet der gefundene Druck nur einen Teil der ursprünglichen Komposition ab”, ovvero “è possibile che la versione a stampa rinvenuta costituisca solo una parte della composizione originaria”).
Ho cercato di fare chiarezza sulla ripartizione delle strofe fra i tre compositori, visto che talvolta i giornali che si sono buttati a pesce sulla notizia hanno fatto un po’ di confusione (uno, per esempio, ha fatto intendere che Salieri e Cornetti avessero musicato una strofa ciascuno e che Mozart ne avesse intonate due, oltretutto con una frase alquanto ambigua). I dubbi saranno comunque dissipati definitivamente il mese prossimo, quando lo spartito verrà presentato da Herrmann al Mozarteum di Salisburgo. Sembra comunque che Salieri abbia musicato le prime due strofe, Mozart le ultime due e che Cornetti si sia occupato della ripresa delle strofe salieriane. Non è chiaro se abbia composto musica ex novo o si sia limitato a ricapitolare il materiale del collega italiano, ma dato che il giornale che ha dato la notizia per primo riferisce che il suo contributo è dilettantistico (laienhafte), è più probabile che sia vera la prima ipotesi.
Da un’analisi anche superficialissima dell’immagine si evince che la riduzione non è per tastiera e canto (come in un normale lied), ma consta di un semplicissimo spartito per tastiera che reca la parte del soprano nel pentagramma superiore e un rudimentale basso continuo in quello inferiore, tra l’altro oggetto di lambiccamenti vari perché conterrebbe delle crome un po’ troppo fisse all’inizio e alla fine del testo musicato da Salieri.