Segue da quest’articolo, “Musiche per dilettanti e musiche di dilettanti”.
Ed eccoci al 4° cd, che si schiude con un ameno Sestetto – Partita per due clarinetti, due corni e due fagotti e con una melodia familiare al cultore mozartiano: è quella che introduce il primo tempo del Quintetto per corno (KV 407). Qui al posto degli archi troviamo strumenti a fiato e – ce lo garantisce l’elenco delle tracce – l’arrangiamento è opera di un abile compositore minore, l’editore Franz Anton Hoffmeister.
Rassicurati dalla riconoscibilità del pezzo, regolarmente seguito dall’idilliaco Andantino (Andante nell’opera originale), veniamo in ogni caso messi in guardia dalla presenza di 4 movimenti al posto dei tre da cui è costituito il Quintetto: prima del finale troveremo una sorpresa (o un intruso, se preferite). Nel terzo movimento cambia infatti la composizione di riferimento, che si trasforma nel Divertimento KV 563, da cui è stato tolto di peso il 6° tempo (un minuetto), mentre il quarto movimento è il finale del KV 407. Una ricerca in rete permette di rintracciare con facilità il numero assegnato da Köchel a questo pasticcio (KV App. 183).
Si prosegue con il Sestetto KV 17.09 per due clarinetti, due fagotti e due corni (Divertimento a 6, per gli amici); in quattro movimenti, ha l’onore di essere ascritto sia a Mozart che a Haydn (l’attribuzione al “caro Papà” è ritenuta la più probabile delle due, forse per ragioni stilistiche). Si tratta, né più né meno, di uno dei tantissimi esempi di musica leggera dell’epoca e, pur vantando una doppia paternità così illustra, potrebbe anche essere stato composto da un minore qualsiasi:
Nel consueto pallore di una piacevolezza senza profondità, spicca il tema farsesco del finale, che però faticheremmo a definire mozartiano.
Il quarto CD si chiude con un’impennata: la trascrizione per ottetto di fiati di una signora opera (la Sonata KV 497 a quattro mani), che con la sua dorata raffinatezza e le numerose incursioni in un’atmosfera raccolta, per non dire pensosa, si adatta anche bene al timbro dei legni. L’arrangiamento, peraltro incompiuto ma evidentemente completato nella versione incisa, sarebbe opera di nientepopodimenoche l’Arciduca Rodolfo d’Austria. La Sonata è stata pure trascritta per quartetto d’archi dall’editore Johann André:
(Continua)