Gira voce tra gli appassionati che Mozart non abbia sempre composto al massimo delle sue possibilità. E grazie alla cerpica, verrebbe da dire: provate però a muovere la stessa critica a un J.S. Bach, a un Beethoven o a un Haydn: anche lì troverete divertimenti a iosa, opere minori e, nel caso di Beeth, manierismi di gioventù e tonfi clamorosi durante la maturità (la Vittoria di Wellington su tutte, ma noi vogliamo bene a Ludwig anche per questo). Ad ogni modo, rimanendo in ambito mozartiano, saremo tutti d’accordo sul fatto che divertimenti, marce, minuetti in serie nonché serenate, sinfonie, composizioni e opere liriche scritte in tenera infanzia non figurino certo tra i capolavori del Nostro. Se volessimo però andare più a fondo in tutti i sensi, potremmo cercare di scegliere un’opera particolarmente massacrata dalla critica, che in fin dei conti si fa portavoce dello scontento e della delusione quando un compositore non soddisfa le aspettative.
KV 266: Trio per archi in si bemolle (1777)
Una sorte davvero infausta accompagna questo K, di cui si stenterebbe a riconoscere la paternità: il fatto d’essere accomunato per l’organico a uno dei massimi capolavori per trio d’archi, il Divertimento KV 563, suggerisce un confronto impietoso tra le due composizioni, per il resto differenti sotto ogni aspetto. Apparentemente più impegnato (ma solo a giudicar dal titolo), il Trio per archi KV 266 lascia già perplessi per la sua struttura in due movimenti e le sue maniere un po’ troppo arcaiche per un Mozart fresco ventenne, che aveva già all’attivo da un pezzo i cinque Concerti per violino e alcune sinfonie di prim’ordine. Il faticoso Adagio, aperto da un curioso sipario introduttivo che ci è tutto fuorché familiare negli usi e costumi del nostro autore, il Minuetto balzellante ma piuttosto ordinario nel tema e nei modi nonché il Trio, che passa inavvertitamente davanti alle nostre orecchie, lasciano comprensibilmente basito il cultore mozartiano, avvezzo a ben altra verve anche quando ascolta pezzi coevi del suo beniamino.
KV 190: Concertone per due violini in do (1774)
Come nel caso precedente, gli strumenti solisti impiegati potrebbero ricordare nemmen tanto vagamente un altro colosso della produzione mozartiana, la Sinfonia concertante KV 364 (per violino e viola), ma il taglio ancora preclassico del lavoro, deducibile dalla presenza del Minuetto anche qui in veste di finale, e il carattere dimesso di tutto l’insieme fugano l’eventuale illusione di ascoltare un capolavoro; un raffronto con il Concerto per fagotto (KV 191) scritto negli stessi giorni, di più modeste ambizioni ma dalle melodie certamente più ispirate e incisive, suona illuminante in proposito. Per dirla tutta tutta, non è solo oro quel che luce: il primo tempo del Concertone non sfigura, per imponenza e varietà di temi, in mezzo a tanti altri Allegri mozartiani che ascoltiamo più spesso, né l’Andante grazioso fa malacomparsa di fronte agli immimenti tempi poco mossi dei Concerti per violino che salteranno fuori di lì a poco.
KV 242: Concerto per tre pianoforti in fa (1776)
Lo scarso livello d’una delle tre soliste impegnate nella prima esecuzione di quest’opera rappresentò di per sé in origine una limitazione non indifferente per Mozart che in seguito, nel periodo viennese, avrebbe risolto elegantemente un problema analogo quando scrisse il KV 545, una delle Sonate per principianti più gustose offerte dall’immenso repertorio tastieristico. Non va altrettanto di lusso nell’occasione del suo settimo concerto per pianoforte, l’unico in realtà per tre interpreti, in cui fa premio l’Adagio centrale. Non sarebbe disprezzabile il tema del Minuetto-Rondò di chiusura, ma lo stesso Mozart ci ha abituato a ben altri livelli con i suoi Concerti successivi.
La sorte amara di quest’opera prefigura quella del Concerto Triplo beethoveniano, su cui pesò assai l’abilità discorde dei primi interpreti.
😀 L’articolo è ispirato a una discussione del MozartForum (purtroppamente defunto per un attacco pirata) in cui si voleva eleggere la composizione mozartiana meno attraente. Tra i vaghi ricordi relativi a quel dibattito, ricordo che uno dei KV scomodati è stato questo, immagino per via della melodia un po’ così:
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Bel titolo 🙂
😀 L’articolo è ispirato a una discussione del MozartForum (purtroppamente defunto per un attacco pirata) in cui si voleva eleggere la composizione mozartiana meno attraente. Tra i vaghi ricordi relativi a quel dibattito, ricordo che uno dei KV scomodati è stato questo, immagino per via della melodia un po’ così:
… la prima parte del titolo in napoletano 🙂
Di solito il blog è monopolizzato dal romanesco, ma è innegabile che tutti, in fondo, siamo un po’ napoletani 🙂